Archive for Ottobre, 2008

24 OttUna partita di giro dietro l’altra!!!

Parliamo di Enel… l’energia elettrica italiana. Visti i vari tracolli in borsa, le obbligazioni che mano mano scadono, i dividendi da pagare… inizia a circolare l’ipotesi di una ricapitalizzazione. Riporto una frase di una news dal sito WebSim.it: “Dall’altra parte, la capacità di generazione di cassa di Enel è solida e tale da non mettere in pericolo il pagamento del dividendo, se non altro perché lo Stato italiano non può permettersi di perdere il miliardo di euro in cedole che arrivano ogni anno dalla sua controllata al 31%.”. Un MILIARDO DI EURO?! Lo Stato incassa tutti questi soldi di dividendo da Enel? Ma come fa Enel a generare tutti questi utili? Facile… le tariffe le stabilisce lo Stato! Se l’Enel genera profitti tutto dipende da quanto sono care le bollette. Lo Stato è in conflitto d’interessi… invece che inventarsi una nuova tassa, che sarebbe impopolare, tiene alte le tariffe energetiche, scarica tutta la colpa su qualcun altro e poi incassa, zitto zitto, i dividendi. Il problema del costo dell’energia in Italia non è il petrolio o il nucleare… è la volontà dei politici di mettere la faccia nel peso fiscale dello Stato! Facendo un pò di conti… per incassare 60 euro a famiglia (di 3 persone) lo Stato fa pagare, 184 euro all’anno in più a famiglia… più o meno l’ICI! Intrecci… tanti intrecci strani… pochi ci guadagnano… ma tanti ci rimettono!

24 OttTagli alla scuola

Più passa il tempo più mi chiedo a cosa serva l’ordine dei giornalisti! Laurea, corsi di formazione, abilitazione… per cosa? Giornalisti svegliatevi!!! Vi faccio una proposta semplice semplice: invece di passare il tempo a raccontare quello che dicono i politici, perché non raccontate quello che i politici scrivono?!? E’ anche più semplice!

Basta andare sul sito www.parlamento.it e leggere! Per esempio, prendo 2 punti di questa legge, la notissima 133/08. (http://www.senato.it/loc/link.asp?tipodoc=leggigu&id=133&anno=08)

5. I dirigenti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, compresi i dirigenti scolastici, coinvolti nel processo di razionalizzazione di cui al presente articolo, ne assicurano la compiuta e puntuale realizzazione. Il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, verificato e valutato sulla base delle vigenti disposizioni anche contrattuali, comporta l’applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla predetta normativa.

6. Fermo restando il disposto di cui all’articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall’attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l’anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l’anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l’anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012.

Chiaro no? “Fermo restando” tutti gli interventi di razionalizzazione della spesa che il Ministero, i rettori e i dirigenti scolastici devono compiere, anche sotto minaccia di “misure connesse alla responsabilità dirigenziale”, per lo Stato devono venir fuori 7.841 milardi di euro entro il 2012. A questo punto, un giornalista che volesse fare il suo lavoro, secondo me dovrebbe dire: “o si riesce a cavare il sangue dalle rape oppure ci sarà qualcuno che ci rimetterà”.

Che ne pensate?

19 OttDa dove sono partiti questi mutui subprime?

Stasera ho visto un’altra splendida puntata di Report su Rai 3 che raccontava questa crisi finanziaria. Tutto giusto, tranne il cartone animato iniziale che spiegava l’inizio dei meccanismi che hanno portato alla “bolla”. Secondo il mio modesto parere, infatti, le banche e le finanziare non sono soggetti così attivi e spregiudicati da andarsi a cercare i guai da sole, e per di più senza motivi apparenti. La storia finanziaria ci ha sempre raccontato, col senno di poi, che le banche fanno benissimo un altro lavoro! Quello di trovarsi sempre tra le mani qualche patata bollente e di saperla spezzettare e passare i pezzettini a qualcun altro. Quando è partita la corsa alla casa in America i costruttori hanno dovuto affidarsi alle banche per finanziarsi. Più costruivano, più vendevano, più si indebitavano! Poi la paura… c’erano più case di quante persone, con un profilo di rischio medio basso, che potessero comprarle. Il meccanismo rischiava di bloccarsi e alle banche sarebbero rimasti per le mani i mutui stipulati dai costruttori… in rosso perchè non riuscivano più a vendere! E’ per questo che, secondo me, le banche hanno deciso di abbassare i limiti. Dovevano allargare la base di persone che potessero comprare una casa per far proseguire il trend, altrimenti tutto si sarebbe fermato molto prima! Poi è partita la solita storia del “divide et impera” a cui siamo già stati abituati dai nostrani casi dei bond argentini, dei crack Cirio e Parmalat, etc. etc. Le banche impacchettano tutte le schifenze, la stampa da il suo contributo raccontando che ci sono grandi possibilità di guadagni in questo o quell’altro affare e… la storia si ripete!

09 OttLe esternalizzazioni e l’informatica

Ieri sera ho visto un programma in tv che parlava delle esternalizzazioni e di come le aziende utilizzino questo strumento per aumentare gli utili. Io sono un programmatore e tutto quello che ho sentito mi ha fatto venire in mente un parallelo con l’informatica.  Per scrivere software complessi si divide il tutto in varie sezioni e spesso si stratificano in più livelli. Una parte fornisce servizi di basso livello allo strato superiore e così via fino agli strati alti. Questo sistema permette di semplificare il lavoro di sviluppo perchè ci si deve concentrare su piccole porzioni dell’applicazione alla volta senza preoccuparsi delle altre. Tutto questo però ha un costo in termini di prestazioni ed è per questo che più le applicazioni diventano complesse e stratificate più si ha bisogno di processori veloci e memorie più ampie pena un calo dellà velocità di risposta. Per le aziende che esternalizzano pensavo fosse più o meno la stessa cosa. Un’unica azienda viene smembrata in più parti che si occupano di una sola cosa (logistica, manutenzione, etc. etc.), spostando anche tutti i dipendenti collegati. Il tutto si traduce magicamente in un aumento degli utili per la società madre ma… tutte queste società che vengono create non hanno un costo di gestione aggiuntivo? Una mini amministrazione per ognuna, un appesantimento della burocrazia interna,  sono tutte cose che costano! C’è una semplicifazione del sistema, ma un aumento dei costi di gestione… dove sta il trucco?