23 MagLa “Percentuale”, braccio armato del capitalismo

1%, 5%, -10%… tutti i giorni in tutti i media si parla di percentuali. Il PIL, la borsa, l’inflazione… tutti valori espressi in percentuale. Facciamo alcuni esempi: se un’azione in borsa perde un giorno l’1% e il giorno dopo guadagna l’1%… il suo valore non sarà invariato ma sarà diminuito, se viene aumentato uno stipendio di 800 euro al mese del 10% il guadagno sarà di 80 euro, se lo stesso aumento lo applichiamo ad uno stipendio di 2000 euro al mese l’aumento sarà di 200 euro e il differenziale tra i due sarà aumentato, da 1200 a 1320 euro, se deposito in banca 1000 euro, mi viene riconosciuto un interesse dell’1%, e a fine anno avrò 1.010 euro, se deposito 1.000.000 di euro mi viene riconosciuto un interesse del 3,5% e a fine anno avrò 1.035.000. In dieci anni… 1.105 euro contro 1.410.599… un aumento del 10% nel primo caso e del 40% nel secondo. Se invece ho bisogno di un prestito, se chiedo 1000 euro mi viene chiesto un interesse che può arrivare al 20%, mentre se richiedo 1.000.000 di euro l’interesse richiesto sarà del 4%. Di quanto sia, a volte, subdolo sentir parlare di percentuali invece di valori assoluti è disarmante. Altre volte invece la percentuale viene usata in maniera da penalizzare alcuni e favorire altri. Il capitalismo ha bisogno, per sostenersi, che il differenziale tra il poco e il molto aumenti sempre i più. L’inflazione, reale e/o percepita, è la barriera che separa le 2 parti. Chi riesce ad accrescere le proprie disponibilità più di quanto aumenta l’inflazione è destinato a avere sempre di più le porte aperte. Chi invece rimane indietro, rimarrà sempre più indietro. E il bello è che l’inflazione che ogni anno aumenta non fa altro che alzare la soglia.

P.S. Altra percentuale simpatica. La Finanziaria 2007 ha modificato le aliquote IRPEF. Secondo le spiegazioni date da chi l’ha proposte, queste modifiche dovrebbero far pagare più i ricchi e redistribuire qualcosa ai poveri.  Nessuno però ha avuto il coraggio di gridare a gran voce che questo è vero solo in piccolissima parte! Secondo i nuovi scaglioni chi paga di più sono solo quelli con un reddito annuo tra i 40 e i 100 mila euro circa… l’aliquota per i redditi da Paperone è rimasta invariata!!! Se ho un reddito di 1.000.000 di euro l’aumento dell’IRPEF sarà di 10/20 mila euro, lo stesso per chi ha un reddito di 100.000!

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