12 SetLe escort, la mafia e la libertà di stampa

Riporto due titoli di giornali che si riferiscono ad un’affermazione fatta da un noto leader politico, Umberto Bossi, della Lega: “BOSSI, LA MAFIA DIETRO IL CASO ESCORT?”e “Caso escort organizzato da mafia, è ritorsione”. In questi giorni si è parlato molto della libertà di stampa in Italia. Tutti contro tutti per affermare le proprie ragioni, spesso in difesa delle testate di famiglia o delle testate degli amici… ma secondo me, vedendo quei titoli che ho citato all’inizio, la libertà di stampa in Italia è bella che morta. Mi spiego meglio. Affermazioni come quelle, un giornalista libero, dovrebbe avere il diritto di non pubblicarle! Oppure, dovrebbe essere dato risalto, non a queste esternazioni, ma alla risposta alla domanda che, sempre un giornalista libero, avrebbe dovuto fare: “Senatore Bossi, non pensa che sia un modo di operare alquanto strano quello della mafia? A Falcone e Borsellino sono stati mandati chili e chili di tritolo per ritorsione, a Berlusconi, invece, chili e chili di bellezza femminile “da conquistare”… sempre per ritorsione?”. Questa dovrebbe essere la libertà di stampa, la possibilità di poter chiedere conto delle proprie affermazioni ai potenti di turno. Invece oramai, tv, radio e giornali, sono solo uno strumento per riportare affermazioni e contro-affermazioni, senza cercare di andare a scavare nella verità. Repubblica ha posto quelle famose 10 domande al Presidente del Consiglio Berlusconi… ne bastava una: “Se lei si dichiara cattolico, come giustifica questi suoi incontri e festini, non di fronte alla Chiesa, ma davanti a sua moglie?”

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